Da Milano a Parigi, passando per Madrid, sempre guidata da curiosità e voglia di crescita!

L'estero è un acceleratore di introspezione: cambiare regole ci spinge a capire chi siamo e su quali abilità fare leva per adattarci.

Ci racconti chi sei?
Sono nata e cresciuta in provincia di Milano, laureata in Management alla Bocconi, con un Erasmus presso la ESSEC Business School di Parigi. Dopo i primi anni professionali in Italia, mi sono trasferita a Madrid nel 2014 e a Parigi nel 2023.

La mia carriera si è sviluppata nel settore Telco, con Vodafone, e in consulenza strategica presso BCG. Attualmente mi sto rifocalizzando sul digitale, con un upskilling sui temi AI.

Cosa ti ha spinto a intraprendere un percorso all’estero?
Alcuni di noi hanno un innato desiderio di scoprire altri Paesi e culture.  Sapevo che sarei partita; era solo questione di quando e dove. Dopo l'inizio della carriera a Milano, mi candidai a un talent program di Vodafone. L'idea era semplice: lavorare due anni in un ufficio estero. Le HR scelsero Madrid, una città fantastica, che mi ha spinto a non rientrare più in Italia. Il passaggio a Parigi nel 2023 è avvenuto per ragioni personali.

Quali sono, secondo te, gli elementi fondamentali per costruire una carriera all’estero?
Il primo elemento è l'apertura mentale: vivere ogni esperienza come occasione per imparare, crescere e conoscersi. L'estero è un acceleratore di introspezione: cambiare regole ci spinge a capire chi siamo e su quali abilità fare leva per adattarci.
Cruciale è anche gestire la solitudine. Consiglio di creare una rete di contatti il prima possibile, per supporto morale e materiale, e per il network professionale.

Guardando al futuro, quali sono i tuoi progetti e come immagini la tua carriera nei prossimi anni?
Non ho un programma preciso e non voglio precludermi opportunità. Come si dice in Spagna, "la vida da muchas vueltas", quindi non posso dare una risposta definitiva; e forse mi piace proprio così.

Qual è stato il momento in cui ti sei sentita più orgogliosa della tua carriera
La mia carriera non è definita da specifici obiettivi o posizioni. Sono mossa da un profondo desiderio di migliorarmi, imparare, identificare nuove opportunità e creare connessioni significative. Mi sento orgogliosa e realizzata ogni volta che percepisco di evolvere in questa direzione.

Qual è stata la sfida culturale che ti ha colpito di più appena trasferita? E come l’hai superata
Appena trasferita in Francia, la burocrazia è stata uno shock culturale. Venendo dalla Spagna, dove tutto è più snello, questa rigidità mi ha generato resistenza. Inoltre, in quanto straniera, tutto era ancora più complesso… perfino ottenere una semplice tessera punti Carrefour!
Per superarla, mi sono affidata enormemente al mio compagno, francese, che mi ha supportata in ogni gestione pratica.

Quali sono i tre principali vantaggi di vivere nel paese in cui risiedi?
Rispondo solo per la capitale, poiché spesso Parigi non è rappresentativa dell’intero Paese.

  • Un grande vantaggio sono i servizi, dai trasporti al sistema sanitario.

  • La Francia, inoltre, mi sta insegnando un modo diverso di approcciare il mondo del lavoro. I francesi sono eccellenti nel far valere i propri diritti con determinazione e sicurezza, qualità da cui ho molto da imparare.

  • Infine, Parigi offre sempre momenti culturali e di connessione. Qui incontro profili molto interessanti, molti dei quali expat, con grande energia. Non a caso, Parigi è l'hub Tech numero 1 in Europa; vedo in questi professionisti un tangibile desiderio di lasciare il segno.

Qual è il cliché italiano che senti di incarnare?
Lo so, sarò banale: vi prego, amici francesi, la pasta merita rispetto! Cucinatela come si deve.

Mara Zatti

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