Una donna con capelli rossi, trucco scuro, vestita con un abito nero con motivi floreali bianchi, posa con uno sfondo di mare e città.

Da Milano alla Svezia, per poter crescere professionalmente

“In Italia mi sentivo costretta nella posizione dove stavo senza possibilità di crescita e di dimostrare appieno il mio potenziale.

Ci racconti brevemente chi sei?

Nata e cresciuta a Milano, laureata in design industriale, diploma professionale in Event management, lavorato da sempre a contatto con i clienti partendo dall'essere commessa, poi operatrice call center (entrambi in italia) fino a dove sono ora (Svezia), dapprima in back office e poi come process manager a tutti gli effetti (non è il mio titolo corrente ma è quello che faccio tutti i giorni).

Cosa ti ha spinto a intraprendere un percorso all’estero?

La disperazione (motivazione ufficiale che do sempre scherzandoci su).
In Italia mi sentivo costretta nella posizione dove stavo senza possibilità di crescita e di dimostrare appieno il mio potenziale. 
Per un breve periodo sono stata sull'orlo della depressione, dovuto anche a problemi personali.

Quali sono, secondo te, gli elementi fondamentali per costruire una carriera all’estero?

Perseveranza e testardaggine.
Voglia di imparare. 
Fare un lavoro su sé stessi e credere nelle proprie capacità.

Guardando al futuro, quali sono i tuoi progetti e come immagini la tua carriera nei prossimi anni?

Voglio diventare vendor manager e occuparmi dalla A alla Z del viaggio di un agente nel mondo del servizio clienti, partendo dall'onboarding fino alla sua completa indipendenza, trattando le persone come esseri umani che hanno bisogno di motivazione, gratificazione e una guida stabile piuttosto che come numeri. Questo è importante per farli sentire parte dell'azienda e motivarli a dare il meglio nel loro ruolo.

Qual è stato il momento in cui ti sei sentita  più orgogliosa della tua carriera?

Quando sono diventata Opex a Klarna per il mio team e ho iniziato a formare i nuovi agenti, rendendomi conto che non ero una nullità come mi ero sempre sentita in Italia.

In 4 anni la Svezia mi ha dato molto di più degli 11 anni di lavoro in Italia.

Qual è stata la sfida culturale che ti ha colpito di più appena trasferita?

Forse il fatto che quando arriva l'inverno la gente qui si chiude in casa. E i nativi svedesi sono molto riservati (da non confondere con "freddi", che è molto diverso!)

E come l’hai superata?

Fortunatamente ho un gruppo solido di amici connazionali che reputo la mia seconda famiglia. Ci incontriamo regolarmente specialmente nel weekend dove facciamo i famosi "pranzi domenicali" o giochiamo a giochi da tavolo, andiamo ai concerti, fika, etc

Quali sono i vantaggi principali  di vivere nel paese in cui risiedi? (ne ho 4, il quarto è un bonus non lavorativo ma importantissimo per me )

1. Bilanciamento tempo libero lavoro: nessuno ti guarda storto se esci dall'ufficio prima delle 17

2. Al lavoro si sente molto meno la gerarchia tipica italiana e il tuo capo è visto come una persona che ti aiuta a rimuovere i blocchi che incontri piuttosto che una persona che supervisiona attentamente ciò che fai

3. La possibilità di confrontarti con culture diverse dalla tua e conoscere persone con storie interessanti

4. La Scandinavia è la patria del metal e c'è un'ampia offerta di concerti di questo genere

Cosa ti ha spinto ad unirti a IPN al progetto e cosa ti sta dando:

Sono diventata City Lead di Stoccolma. Con questo progetto posso ampliare i contatti e mettere finalmente in pratica qualche conoscenza acquisita con il mio diploma di Event Manager.

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